una delle mie prime esperienze folgoranti con i disabili
(allora si diceva senza insulto "Handicappati"):
fine anni '70, volontario al laboratorio ANFFaS, assito a questa conversazione
fra due utenti con sindrome di Down:
domanda: "Mario, ti sito handicappato?" (sei handicappato?)
risposta: "Boooh?"
Ho pensato spesso a quella risposta e con gli anni mi e apparsa sempre più "geniale":
1. perchè rimanda al mittente la questione (se vuoi proprio farti la domada sulla mia "etichetta", per favore, datti anche la risposta!)
2. perchè non ha bisogno di traduzione, mediazione, spiegazione, adattamento, tutoraggio...
è un boh primordiale e al contempo cosmico
3. perchè l'amico di Mario apparve visibilmente sollevato dalla risposta: funzionò a meraviglia!
e confermò la loro già solida amicizia
4. perchà Mario riuscì, non accettando etichette su se stesso, a non etichettare l'amico del cuore, affetto da trisomia 21 come lui, con i tratti tipici del viso come lui...
5. perchè lo fece senza alcun imbarazzo (veramente non gliene poteva fregare di meno) e senza alcun ossequio al politically correct
Un momento di pura contemplazione, per me,
e di genio, per loro, che ricordo dopo 30 anni
Alberto Moravia ha dedicato un libro al "Boh"
ma non so se sia altrettanto sintetico e geniale
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